domenica 15 gennaio 2023

Tu chiamale, se vuoi, emoticons

 L'uso dei "social" è sempre più diffuso. Tutti noi, chi più chi meno, ci siamo tuffati in questa nuova (ok, boomer 😆) forma di comunicazione, convinti che ci avrebbe aiutato a comunicare di più. Ma, ora, solo a me risulta che in realtà la propria personale solitudine aumenti in maniera direttamente proporzionale all'uso de sti social? 

Vivendo molto spesso lontano dal luogo dove sono nato e cresciuto (Roma, capitale d'Italia), avevo ritenuto di colmare queste distanze geografiche proprio con l'uso de sti social. E all'inizio sembrava anche funzionare. 

Dopo un ventennio, se desidero tirare le somme, vedo che invece, al contrario, il 90% delle persone (amici, colleghi, parentiserpenti, conoscenti etc) con cui solevo intrattenere scambi seppur superficiali di pensieri ed emozioni, si sono volatilizzati. E quando pur raramente interagiscono, lo fanno sempre più scarnamente e rapidamente, aggrappandosi volentieri a funny sticker, meme, emoticons, gif and so on...

Dopo un ventennio non ho quasi più scambi di pensieri od emozioni con almeno il 90% delle persone che frequentavo. Nemmeno grazie alla musica, ai miei progetti musicali, alle piccolissime cose che realizzo. Un silenzio assordante, rotto grazie a Dio da rarissime e calorose manifestazioni di affetto e stima che non appaiono mai pubblicamente in detti social.

Dopo un ventennio io non me la sento di negare un parallelismo tra questo senso di dispersione di contatti e l'uso sempre più aggrovigliante de sti social. E adesso (esattamente come facevo quando avevo 4 anni e morivo dal bisogno di sapere se anche i genitori dei miei amichetti erano cretini come i miei) mi chiedo ugualmente se ciò che a me pare così chiaro, appaia altrettanto chiaramente anche a voi.  Daje de emoticons... 

Tu chiamale, se vuoi, emoticons

  L'uso dei "social" è sempre più diffuso. Tutti noi, chi più chi meno, ci siamo tuffati in questa nuova (ok, boomer 😆) forma...